Ricordo di Vittorio Silvestrini di Giancarlo Barbarino
Vittorio Silvestrini è stato dapprima un insigne ricercatore (R3) dell’Istituto di Fisica Nucleare e successivamente dal 1972 è stato ordinario di Fisica Generale presso l'Università Federico II di Napoli, prima all’istituto di Fisica di via Tari e poi alla Facoltà di Ingegneria. Ha alle spalle una lunga e prestigiosa attività di ricerca in vari settori della Fisica, dalle particelle elementari all'energetica.
Dal 1968 agli anni 1980, il suo nome si lega alla realizzazione e alla sperimentazione con l’anello di accumulazione per elettroni e positroni “Adone” ai Laboratori Nazionali di Frascati. Questa macchina è stata un grande successo tecnologico italiano nel mondo, pensata dal prof. B. Touschek e realizzata dal prof. Ing. F. Amman coadiuvati da un eccellente gruppo della Divisione Macchine dei Laboratori di Frascati. Sulla macchina furono installati esperimenti di prima e seconda generazione che misero in evidenza per la prima volta la produzione multiadronica originata dal decadimento delle famiglie dei mesoni vettori ρ ω, φ e successivi di maggior energia.
Vittorio Silvestrini guida due esperimenti nelle due generazioni successive di apparati sperimentali. Il primo, denominato “Bosone” usa per la prima volta camere a scintilla magnetostrittive con lettura elettronica, abbandonando così la lettura classica delle scintille per via fotografica utilizzata negli altri esperimenti γγ guidato da G. Salvini, μπ guidato da M. Conversi, pp con soli contatori a scintillazione guidato da S. Vitale e BCF guidato da A. Zichichi.
Ma la grande sfida, Vittorio Silvestrini la vince con un esperimento di seconda generazione denominato MEA (Magnetic Experiment Adone). Per la prima volta viene proposto su una macchina a fasci collidenti un esperimento con campo magnetico cilindrico attorno ad una sezione dritta di ADONE per la misura delle cariche e dell’impulso delle particelle. Per l’epoca l’impresa è enorme, l’apparato è un gigante rispetto agli altri esperimenti e Vittorio Silvestrini deve superare notevoli difficoltà nonché i forti scetticismi della comunità sulla possibilità di funzionamento di questo esperimento. L’attività attorno a questo esperimento è intensa lunga e pesante (ne ho un ricordo molto nitido), ma alla fine l’apparato funzionerà con grande successo e sarà fondamentale anche per la successiva scoperta e studio della risonanza J/Ψ del gennaio del 1975 a 3,1 GeV ottenuta “forzando” ADONE oltre la sua energia massima nominale che era di 2,8-3 GeV. Il MEA è stato quindi il precursore di tutti gli attuali apparati magnetici su fasci collidenti.
Infine, va sottolineata la grande capacità di Vittorio Silvestrini, quando divento prof. Ordinario all’Istituto di Fisica di Napoli di via Tari, di reclutare giovani formati in quel periodo ai Laboratori di Frascati. Pur nelle difficoltà dell’esiguo numero di borse di studio, egli riuscì ad incrementare in modo significativo il numero dei giovani fisici nel gruppo storico di alte energie della Sezione INFN di Napoli.
Giancarlo Barbarino
La foto dell'esperimento MEA è stata fornita dal prof. Giancarlo Barbarino. La foto di Vittorio Silvestrini è tratta dal sito di Città della Scienza.