Le origini della ricerca in fisica nucleare e subnucleare a Napoli risalgono al 1938, quando Ettore Majorana assunse «per l’alta fama di singolare perizia» la Cattedra di Fisica Teorica all’Istituto di Fisica della Regia Università di Napoli. Allievo di Enrico Fermi a Roma, Majorana fu il primo a portare effettivamente nella città partenopea la ventata di modernità introdotta dalla nuova fisica quantistica e dalle sue applicazioni, sebbene già con Antonio Carrelli erano stati impiantati i primi semi “moderni” della spettroscopia atomica e molecolare. La fama di Majorana in ambito nucleare era, infatti, strettamente legata al suo fondamentale contributo del 1933 sulle forze di scambio tra nucleoni, che correggeva la teoria dei nuclei di Heisenberg (che pure visitò Napoli in anni successivi). Non ancora riconosciuto propriamente, per il suo carattere quasi visionario per i tempi, era invece il suo capolavoro sulla teoria del “neutrino di Majorana”, la cui pubblicazione risaliva a meno di un anno prima della sua venuta a Napoli, i cui frutti ancora si raccolgono –non solo in ambito particellare– nella attuale ricerca di punta in settori diversissimi. Purtroppo, però, Majorana rimase a Napoli meno di tre mesi e, sebbene lasciò un segno indelebile della sua presenza, la sua eredità fu raccolta solo molti anni dopo la sua misteriosa scomparsa nel marzo 1938.
Nel 1957 Eduardo Renato Caianiello, che aveva vinto nel 1956 la cattedra di Fisica Teorica, prendendo servizio a Napoli, sottoponeva al Comitato Nazionale Ricerche Nucleari una richiesta di finanziamento per lo svolgimento di una Scuola di Perfezionamento in Fisica Teorica e Nucleare. La Scuola era già stata attivata per l'anno accademico 1956-57, e al Consiglio Direttivo dell'INFN fu inviata una proposta per la costituzione, a Napoli, di un gruppo aggregato:
"allo scopo di sviluppare la ricerca scientifica nel campo della fisica teorica e di iniziare alla ricerca stessa giovani elementi che mostrino particolari attitudini". Come Caianiello spiegava in una lettera privata ad Amaldi, "le due domande sono, in realtà, una cosa sola: se una delle due proposte venisse rigettata, anche l'altra impresa fallirebbe necessariamente. D'altra parte, sono certo che non si potrebbe fare altrimenti: sarebbe disonesto, da parte mia, offrire agli studenti la promessa di una preparazione scientifica che non potrei, in realtà, offrire, ove mancassi di un nucleo adeguato di almeno tre o quattro elementi di un certo rilievo. Ritengo, d'altra parte, di potere, con tutta coscienza, assicurare che, se queste proposte saranno approvate, dal prossimo anno Napoli potrà inserirsi, senza primeggiare ma anche senza sfigurare, nel quadro della fisica italiana: risultato che il solo denaro non basta a far conseguire. [...]".
L'INFN nasce nell'Agosto 1951, ma il suo primo Organigramma articolato sembra risalire al 31 dicembre 1957, sotto la Presidenza del Professor Gilberto Bernardini, annoverando le Sezioni di Torino, Milano, Padova, Bologna, Pisa, Roma, i Laboratori Nazionali del Sincrotrone di Frascati, e le Sottosezioni di Genova, Trieste, Firenze, Roma (presso l'Istituto Superiore di Sanità), e la Scuola di Perfezionamento in Fisica Teorica e Nucleare di Napoli. Quest'ultima era diretta dal Professor Caianiello, e consisteva di 6 ricercatori e una unità di altro personale. La Sezione INFN di Napoli nasce nel 1963, dopo essere stata Sottosezione a partire dal 15 maggio 1961, e i Direttori succedutisi nel tempo sono stati i seguenti:
Le nostre fonti:
[1] G. Battimelli, L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Storia di una comunità di ricerca, Editori Laterza (2001).
[2] A. Covello, archivio personale.
A cura di Giampiero Esposito e Salvatore Esposito. Si ringraziano Maria Arienzo, Mario Armenante, Giovanni Battimelli, Aldo Covello, Giancarlo Gialanella e Giuseppe Marmo per la collaborazione.