I ricercatori del Medical Physics Research Laboratory dell’Università di Napoli Federico II e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, associati alle ricerche dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nell’ambito dell’esperimento MC-INFN, hanno prodotto nuove determinazioni dei coefficienti dosimetrici utilizzati nella stima della dose di radiazione assorbita dalla ghiandola mammaria negli esami clinici di tomosintesi digitale mammaria.
Tale esame, anche noto come mammografia 3D in quanto fornisce ricostruzioni su più piani della mammella della paziente, viene effettuato nella diagnosi del cancro al seno, utilizzando un apparato simile ad un normale mammografo digitale. Nell’esame di tomosintesi la dose totale di radiazione assorbita dalla ghiandola mammaria è confrontabile con quella dell’esame mammografico (che prevede, nel caso dello screening del cancro al seno, due proiezioni radiografiche per ciascuna mammella). La grandezza dosimetrica utilizzata è la dose ghiandolare media (MGD, in milliGray) assorbita nell’esame 2D o 3D. Tale valore, in base alla normativa vigente, va stimato paziente per paziente, sulla base delle caratteristiche della scansione (geometria, spettro di raggi X utilizzato) e della mammella (forma e percentuale di tessuto ghiandolare nella mammella).
Nell’articolo (Normalized glandular dose coefficients for digital breast tomosynthesis systems with a homogeneous breast model) pubblicato sulla rivista scientifica Physics in Medicine and Biology, il gruppo - utilizzando simulazioni Monte Carlo basate sul codice Geant4 sviluppato al CERN - ha riprodotto in silico la generazione e la propagazione del fascio di raggi X nella mammella compressa, per i principali apparati di tomosintesi mammaria utilizzati nei reparti di senologia. Le simulazioni hanno permesso di determinare con accuratezza i coefficienti di dose da utilizzare nella stima della MGD per lo specifico esame effettuato sulla paziente. Tali simulazioni tengono conto delle più recenti determinazioni sulle stime di MGD, e indicano delle differenze fino al 18% dai valori determinati, per lo stesso esame, con l’utilizzo dei coefficienti di dose attualmente disponibili nel protocollo dosimetrico europeo. Autori del lavoro, svolto nell’ambito del progetto MC-INFN della Commissione scientifica nazionale 5 dell’INFN, sono A. Sarno (borsista presso la Sezione INFN di Napoli) e R. Tucciariello (primi autori), D. Del Sarto (questi ultimi, specialisti in fisica medica presso l’Università di Pisa), G. Mettivier (Napoli), M. E. Fantacci (Pisa), P. Russo (Napoli).